LA LAVAGNA - Tutti davano il Cesena per spacciato...

13.05.2018 14:00 di Bruno Rosati   vedi letture
LA LAVAGNA - Tutti davano il Cesena per spacciato...
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© foto di Chiara Biondini

È stata una settimana difficile per chi vive le vicende del Cesena fuori dalla Romagna. Vuoi un po’ per le sterili polemiche sulle parole (inopportune) pronunciate da Foschi qualche settimana addietro, in cui diceva che contro Frosinone e Parma il Cesena avrebbe cercato di aiutare il “suo” Palermo. Vuoi un po’ per la situazione di classifica non più disperata come 4 o 5 turni fa. Vuoi per la rocambolesca vittoria sul Parma e l’entusiasmo che questa ha generato. Insomma, il Cesena aveva già perso prima ancora di mettere piede sul prato del Barbera.

A Pescara chiedevano in conferenza stampa a Pillon se avesse intenzione di rimanere per la prossima stagione; a Brescia i giornali si interrogavano su quali giocatori confermare per puntare a posizioni di vertice nel campionato venturo; il Cesena era già destinato a giocarsi i play-out per mantenere la categoria. Lo davano per scontato, doveva essere così. Invece no.

Nonostante le assenze di Kupisz e Perticone, due uomini chiave di questa stagione, il Cesena strappa un punto anche in Sicilia e si avvicina ulteriormente alla permanenza in serie B. Lo fa a suo modo, disputando una partita sporca, cercando con tutti i mezzi a disposizione di contenere l’avversario, tirando una sola volta in porta (Pomini fa una grande parata sulla conclusione di Fedele). Lo fa con i suoi difetti, abbassandosi troppo e commettendo una miriade di falli nel primo tempo. Lo fa con la buona sorte che fa sì che il rigore di Coronado, assegnato per una trattenuta di Cascione, vada alto sopra la traversa. Lo fa con la buona volontà, cosciente dei propri limiti e determinato a non abbassare la testa. Al di là del fallo che è costato il penalty a favore dei rosanero, è da lodare la prova di Cascione. Spesso è stato preso come capro espiatorio per motivare prestazioni insufficienti di tutta la squadra e come pretesto per attribuire colpe a Castori ed alla sua visione tattica, immeritatamente. Oggi il numero 4 è stato spostato nuovamente sulla linea dei difensori per dar mano a Scognamiglio e Suagher.

Il 4-3-3 mutevole è divenuto spesso un 5-3-2 capace di resistere agli assalti dei padroni di casa, alla ricerca della Serie A. La difesa bianconera si scopre solida, con stupore degli osservatori, con un solo gol subito nelle ultime 5 gare. Sarebbe bastato poco altro per poter tirare un sospiro di sollievo: una rete del Perugia per battere il Novara o un gol del Pescara che annullasse il vantaggio dell’Ascoli avrebbero significato salvezza matematica. Così non è stato ed il Cesena dovrà conquistarsi la sicurezza aritmetica con le sue sole forze.

Non è ancora fatta però, al di là di ciò, un grazie a mister Castori lo si può già dire. Ci sono 3 squadre ancora in lotta per la promozione diretta (Frosinone, Parma e Palermo): il Cesena non ha perso alcuna gara contro queste formazioni, fra andata e ritorno. Segno che, a dispetto di qualche critica eccessiva, il tecnico bianconero ha reso possibile che una squadra in lotta per salvarsi non partisse mai battuta a priori contro avversari più quotati. Al contrario di una squadra sulla carta da primissimi posti che non riusciva a vincere sui campi dei vari Modena e Lanciano, destinati alla retrocessione.