LA LAVAGNA - Il Cesena ora conosce i propri limiti

25.10.2017 12:00 di  Bruno Rosati   vedi letture
LA LAVAGNA - Il Cesena ora conosce i propri limiti
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© foto di DiLeonforte/TuttoCesena.it

Finalmente! Un Cesena così autorevole in trasferta non si vedeva da anni. Partita mai in discussione, zero pericoli corsi, capitalizzata pressoché la totalità delle occasioni costruite. Fra l’altro, il tutto è avvenuto su un campo tradizionalmente ostico, dove prima d’ora il Cesena non si era mai aggiudicato la vittoria nel contesto del campionato cadetto. Lontano dalla Romagna, il Cesena non si imponeva in maniera così netta dalla partita allo stadio Franco Ossola, contro il Varese, la prima dell’anno solare 2014, dove la vittoria fu per 3 a 1.

I presupposti per un risultato positivo c’erano già prima del fischio d’inizio: il pareggio in extremis contro il Foggia aveva lasciato sensazioni positive (se non altro a livello di convinzioni) e fuori casa sinora il Cesena aveva avuto un andamento troppo scadente (solo sconfitte) perché potesse continuare nel medio-lungo periodo; inoltre l’avversario era (ed è tuttora) nel cuore di una profonda crisi d’identità. D’altra parte, anche a Vercelli sul cammino del Cavalluccio si trovava una squadra in enorme difficoltà eppure il Cesena era crollato in maniera indecorosa.

Dopo un avvio piuttosto lento, con i padroni di casa a cercare di comandare il gioco, la monotonia è spezzata da Jallow che viene lanciato a campo aperto da Dalmonte e, a tu per tu con il portiere Nocchi, rimane freddo infilando la palla in rete con un pregevole tocco morbido. La reazione del Grifo è inconsistente così si va all’intervallo sull’1 a 0 per gli ospiti. Non è la prima volta che il Cesena, in trasferta, chiude il primo tempo in vantaggio (era già successo a Vercelli) ma è la prima volta che il Cesena conclude la prima frazione di gioco fuori casa senza subire gol. Questo segnale positivo è il preludio all’inizio della ripresa dove i bianconeri, che forse piano piano stanno iniziando a prendere coscienza dei propri limiti, capiscono che non c’è tempo per tergiversare e l’occasione di stendere un avversario confuso come non mai è troppo ghiotta.

Detto fatto: Dalmonte serve due volte nel giro di dieci minuti Laribi che in entrambe le circostanze manda il pallone in rete da posizione ravvicinata. Il tunisino, galvanizzato dalla fascia di capitano che gli è stata consegnata, si fa condottiero e trascina la squadra al successo proprio sul campo dove lo scorso gennaio era andata in scena la sua peggior partita disputata con la maglia romagnola (Camplone lo lasciò negli spogliatoi dopo i primi quarantacinque minuti in cui aveva perso un’infinità di palloni). La partita non dirà altro; i giocatori perugini, invece di ribellarsi ad un epilogo già scritto addirittura mezzora prima della fine, sono i primi a non vedere l’ora che tutto ciò finisca e l’opportunità più limpida che costruiscono è una punizione in pieno recupero che Agliardi respinge per non macchiare quello che è un verdetto indiscutibile.

Teniamoci stretta questa partita perché già da sabato si tornerà a soffrire: la strada è ancora in salita e il percorso verso la salvezza sarà ostico. Di certo, il Cesena visto al Curi ha le sue possibilità di ottenere la permanenza in serie B, quello di due o tre giornate fa ne aveva molte meno.

I paragoni non sono mai comodi ed esclusivamente fini a loro stessi però il Cesena di Castori rinasce in Umbria come dodici anni fa, quando sempre per 3 a 0 si impose sulla Ternana. L’allenatore marchigiano, dal ritorno in Romagna, ha ottenuto 7 punti in 4 partite, esattamente gli stessi ottenuti da un altro mister monumentale, Bisoli, quando tornò a sedersi sulla panchina bianconera nel 2013, nelle sue prime 4 gare (contro Ternana, Cittadella, Ascoli e Varese). L’auspicio è che questo ricorso storico si mantenga tale anche a campionato concluso.