LA LAVAGNA - Facciamo(ci) le domande giuste

27.03.2017 12:30 di Bruno Rosati   vedi letture
LA LAVAGNA - Facciamo(ci) le domande giuste
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© foto di DiLeonforte/TuttoCesena.it

Ancora una volta, non cambia nulla. È così da inizio campionato e tutto lascia pensare che sarà così sino all’ultimo minuto di questa grigia stagione. Sempre lo stesso film già visto. In questo caso, stesso copione di Benevento, stesso punteggio, maturato nella stessa identica maniera.

Il Cesena non realizzava un gol sfruttando uno schema da calcio d’angolo ormai dalla partita contro l’Avellino, quando la rete segnata da Djuric sbloccò il risultato. Dopo due giri di lancette, il tacco di Rodriguez ci insegna finalmente che forse si possono sfruttare anche i corner battuti corti e Crimi è lesto ad infilare il pallone in rete. Questo inizio dovrebbe essere benaugurante, ma ovviamente non si rivela tale. E non è una sorpresa. I bianconeri, che a Chiavari scendono in campo vestiti di giallo limone, hanno infatti abituato il loro pubblico ad aspettarsi sempre che le cose vadano storto e che, anche in caso di un'eventuale partenza positiva, tutto precipiti alle prime difficoltà. Dopo appena centoventi secondi, il primo tempo del Cesena è già finito. I restanti minuti vengono giocati interamente dalla Virtus Entella che cerca il pareggio e lo trova con un rigore calciato da Caputo.

Nel secondo tempo invece il Cesena entra sul terreno di gioco con più determinazione. Almeno apparentemente. Infatti, nonostante un dominio territoriale completamente ribaltato, malgrado l’iniziativa di gioco (inspiegabilmente regalata all’Entella nei primi quarantacinque minuti) sia sempre appannaggio della formazione romagnola, i liguri riescono a portarsi in vantaggio con Catellani, complice l’errore di Ligi (l’ennesimo in questa sua sciagurata annata) in fase d’impostazione. A quel punto il Cesena tenta un arrembaggio piuttosto sconclusionato, fallisce qualche occasione per ristabilire l’equilibrio e se ne torna in Romagna con zero punti. Un’altra partita lasciata ad un’altra squadra né carne né pesce, come tante altre che “pascolano” in questa serie B.

Ora si potrebbe parlare delle assenze, dei giocatori convocati con le rispettive nazionali. Oppure discutere di rigori assegnati agli avversari (spesso opinabili) e pressoché mai al Cavalluccio, di gol in fuorigioco annullati o convalidati in base al sentimento del direttore di gara in quel momento, senza un preciso criterio. Specchietti per allodole. O, meglio, problema secondario. Sì, è giusto reclamare, protestare o quanto meno chiedere spiegazioni sul perché questo trend continui in maniera pericolosamente sbilanciata a sfavore del Cesena ma non è qui che risiedono i guai del Cesena. Troppi rigori assegnati contro? Molto probabilmente sì; come mai però di cinque rigori fischiati (poi non tantissimi come possa sembrare), i portieri del Cesena non ne hanno parato nemmeno uno? Come mai a Chiavari il Cesena per la sesta volta in stagione non è riuscito a vincere una partita in cui si era portato in vantaggio? Quanti sono i punti dilapidati in questa maniera? Perché il Cesena soccombe anche di fronte a contendenti che non brillano per grinta e motivazioni oppure che non hanno un grande pubblico a supportarli?

Sapete quanti punti ha realizzato la Ternana (avversario della scorsa giornata) prima e dopo la gara giocata al Manuzzi? Sei punti: bottino pieno. La vittoria della scorsa settimana non era dunque affatto scontata e averla conseguita (sebbene la prestazione sia stata insufficiente) dovrebbe essere un traguardo prezioso su cui costruire il futuro prossimo. Perché il Cesena riesce a far passare il poco di buono che fa in secondo piano? Perché il Cesena ha già espirato la boccata d’aria fresca conquistata con immensa fatica? Sono queste le domande alle quali si dovrebbe trovare risposta per capire il senso di questa stagione. Domande che, di qui a fine maggio, rischiano di restare tutte senza risposta.