LA LAVAGNA - È il momento di alzare l'asticella
Il Cesena perde per 3 a 3 contro la Salernitana. Perde, non pareggia, nonostante il risultato dica altro. Perde concentrazione, perde il controllo di una partita che avrebbe potuto avere in pugno, perde altri 2 punti (esattamente come nelle due precedenti gare).
Col senno di poi, l’esito finale può essere visto come epilogo già scritto a priori: prima di questa giornata, infatti, la Salernitana aveva già pareggiato o vinto molte partite in rimonta, sia in casa (con Ternana, Pescara ed Empoli) sia in trasferta (con Pro Vercelli, Parma ed il derby ad Avellino); il Cesena, al contrario, persevera nel farsi raggiungere dopo essere andato a segno per primo. Dunque il pareggio era il risultato probabilmente più scontato.
L’inizio, così come a Chiavari, è stato incoraggiante: Kupisz esce dall’involucro di piattume in cui era avvolto da inizio stagione e sblocca subito la contesa, con un colpo di testa in torsione con cui anticipa il suo marcatore e buca la porta difesa da Adamonis. Al ventiduesimo, il direttore di gara non ravvisa un fallo subito da Jallow in area avversaria (sarebbe stato calcio di rigore) ma nel proseguimento dell’azione Kone trova una rete pregevole calciando dai venti metri.
In fase difensiva il Cesena però è fragile come suo solito, alla Salernitana basta un calcio d’angolo per dimezzare lo svantaggio: sulla ribattuta del corner, l’ex bianconero Rodriguez segna da pochi passi, confermandosi un vero cecchino. D’altra parte, nonostante non sia mai stato amato da buona parte del pubblico romagnolo, i suoi numeri con la maglia del Cesena parlano per lui. Tanti gol, racchiusi nei pochi minuti concessi, spesso decisivi. Non è un caso che le delicatissime sfide dello scorso campionato che permettono oggi al Cesena di giocare ancora in serie B (contro Pisa e Ternana) portino entrambe la sua firma. Poi ci sarebbero anche 3 vittorie (su 4 totali) nell’ultimo campionato di serie A giocato dal Cesena in cui Rodriguez ha messo a segno il gol decisivo. O la stessa (ultima) promozione in serie A arrivata grazie anche ai suoi otto sigilli. Ma questa è un’altra storia ed oggi non possiamo permetterci di stare fermi qui a rivangare il passato.
Nella ripresa la Salernitana scende in campo con un piglio diverso ma, almeno inizialmente, non riesce a trovare la seconda rete più per propri demeriti che per meriti del Cesena (clamoroso errore di Bocalon da pochi passi). Tra il sessantaseiesimo ed il settantesimo il Cesena ha la possibilità di apporre la pietra tombale su questo match: Laribi trova il gol del 3 a 1, con la complicità della deviazione di Pucino; nel giro di pochi minuti viene poi espulso Gatto per un brutto fallo su Agliardi (somma di ammonizioni).
Invece no. Scognamiglio si perde Bocalon che, in due tempi, riesce a concludere e riaprire la gara. Al settantottesimo, l’arbitro della sezione di Pordenone fa apprendere al pubblico romagnolo un nuovo significato del proverbio dialettale “e Ros chi ne prova ne cnos”. Viene concessa una dubbia punizione dal limite per gli ospiti. Lo schema dei granata è ben studiato e Ricci pareggia i conti.
Non vincere una partita in cui ci si era trovati, a venti minuti dalla fine, sopra di due gol e di un uomo non può che essere una sconfitta. Se contro il Novara gli uomini di Castori avevano sofferto la fisicità di una squadra che in trasferta rende più che fra le mura amiche, la stessa cosa non si può dire per quanto accaduto contro la Virtus Entella. A maggior ragione, ieri lo stesso errore risulta più grave perché reiterato.
Sono già trascorsi quattordici turni, un terzo di campionato. Quattordici gare suddivise perfettamente a metà tra quelle con Camplone in panchina e quelle con Castori. Un dato che salta subito all’occhio è come, dal ritorno del mister marchigiano, le reti messe a segno dal Cavalluccio siano triplicate rispetto a prima (15 gol contro 5). In maniera opposta non sono però diminuite in maniera sensibile le marcature subite (16 nei primi 7 incontri, 12 nei successivi 7). Con Castori sul ponte di comando, Il Cesena ha perso una sola gara ed ha abbandonato l’ultimo posto in solitaria della graduatoria (10 punti per Castori contro i 4 di Camplone). Malgrado ciò, la classifica piange ancora, è un dato a dir poco preoccupante.
Nella prossima sfida il Cesena è chiamato ad affrontare l’Empoli, squadra che sulla carta dispone degli attaccanti migliori di tutta la categoria (superiori anche a Palermo e Frosinone). Il Cesena si appresta ad affrontare la gara da seconda peggior difesa di tutto il torneo (solo il Foggia ha fatto peggio), appare evidente come sia questa la lacuna alla quale bisogna sopperire il prima possibile, con ogni tipo di soluzione. Una di queste potrebbe essere far giocare Rigione che finora ha offerto più garanzie di Esposito e Scognamiglio.
Al di là di ciò, quanto fatto sino ad oggi è ampiamente insufficiente. Ben venga la continuazione della striscia di risultati positivi ma l’asticella va alzata ulteriormente.