Il calcio secondo Cacia: “Questo mondo non mi piace più. I Social? Una pagliacciata”

21.09.2017 12:30 di Redazione Tuttocesena   vedi letture
Fonte: La Repubblica
Il calcio secondo Cacia: “Questo mondo non mi piace più. I Social? Una pagliacciata”

Domenica pomeriggio al Manuzzi’ uno dei giocatori più attesi sarà anora lui, Daniele Cacia, autore di una doppietta al debutto da titolare, appena una settimana fa.
L'attaccante classe ’83 si è raccontato in settimana ai microfoni di Repubblica, rilasciando dichiarazioni tutt’altro che banali: “Questo mondo non mi piace più, ormai me ne sono reso conto - ha dichiarato il numero 10 bianconero -. Sono consapevole che ha rappresentato la fortuna della mia vita, ma certe cose non sono apprezzabili. Sono in questo giro da 18 anni e sono stato capace di rimanerci, però alla lunga si fatica a sopportare tanta falsità. Cè troppa ipocrisia, tra i calciatori, tra i dirigenti, tra i procuratori. Per fortuna riesco a portarmi dietro delle belle cose, come ad esempio il fatto di aver baciato una sola maglia nonostante abbia giocato in tante squadre. È quella del Piacenza, la città dove sono cresciuto calcisticamente e dove ho scelto di vivere. Prima o poi tornerò a chiudere la mia carriera lì. Le altre piazze? Io non ho bisogno di arruffianarmi le tifoserie, per me il rispetto bisogna averlo dentro. Certe volte questo atteggiamento è stato scambiato per freddezza o per distacco, è capitato anche nel periodo finale ad Ascoli, dove invece ho vissuto bellissime sensazioni. Poi, però, con il club è finita male, perchè nel calcio se dici al 90% quello che pensi realmente, non vai bene. In ogni caso io sono fatto così: preferisco avere 50 nemici in più e tenere 10 amici veri.  In questo mondo ne ho pochi ma buoni: Missiroli, Troianiello, Tommaso Bianchi e Laner”.

Cacia ha poi commentato il rapporto ormai imprescindibile tra il calciatore moderno" e i Social network: “Io non ho mai avuto un profilo social - ha dichiarato - mi sembra una pagliacciata, una totale mancanza di privacy. Non ho alcun bisogno di far sapere a tutti che vado a cena. E poi i miei pensieri voglio tenerli per me. Perché non ho procuratore da tre anni? Ho capito che potevo benissimo gestirmi da solo. So qual è il mio livello, se una squadra di Serie B mi vuole può chiamarmi direttamente. In questo modo se sbaglio è soltanto colpa mia. Ai giovani ad inizio carriera, però, consiglierei di essere seguiti ed indirizzati da persone serie e competenti. Io ormai posso anche farne a meno, so perfettamente qual è la mia strada. Quest'anno, ad esempio, ho firmato con il Cesena un contratto annuale nonostante mi offrissero un biennale: mi piace il rischio. Meglio cercare di fare un anno alla grande e riparlarne a fine stagione. Ma in passato non ho fatto sconti a nessuno, non voglio fare il santo. La Serie B? Rimane sempre un campionato affascinante perchè continua ad essere incerto, ma sicuramente il livello tecnico è calato. Giocano diversi giovani di proprietà dei club di Serie A, perché nei contratti è previsto che dopo 30 presenze scattano i premi”.

L’attaccante del Cesena ha poi chiuso parlando del proprio futuro: “Anche se non mi piace più, resterò in questo mondo. Ho lasciato casa a tredici anni per giocare a pallone, so fare solo questo. Di sicuro mi vedo più dirigente che allenatore, ma mi piacerebbe rimanere in questo mondo a modo mio”.