C’era una volta Sabato. E pure la domenica. Poi arrivò il Covid-19…

Le polemiche (e le liti) in salsa bianconera dell’era pre-Coronavirus sembrano già lontane anni luce. Ed allora, la nostalgia per un calcio che non tornerà più, aumenta giorno dopo giorno
08.04.2020 11:00 di Flavio Bertozzi   vedi letture
C’era una volta Sabato. E pure la domenica. Poi arrivò il Covid-19…
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© foto di Francesco Di Leonforte/TuttoCesena.it

Mi sembra tutto così distante. Lontano anni luce. A voi no?

PURE SGARBI - La stupenda lite Bugo-Morgan di Sanremo. Il sensuale harakiri di Franco sfoderato col Vicenza. Le sexy incomprensioni fra la Volpe e Zequila al GF Vip. La strepitosa lite a distanza fra Ricci e quell’essere mitologico metà Modesto e metà Pelliccioni. Le favolose risse verbali fra la D’Urso e Sgarbi sul Cinque. E quel sacrosanto embargo ‘confermato’ nei confronti di quel tale – citazione vintage del Blasco – che scrive sul giornale? Ve lo ricordate ancora? Sembra passata una vita intera. Ed invece no. È passata soltanto una misera manciata di settimane. Mica anni. Settimane.

I POLVERONI - C’è stata un’era pre-Coronavirus. Ci sarà un’era post-Coronavirus. Nella vita quotidiana. Nell’economia. Nella politica. Ma anche nella musica. Nel cinema. Nella televisione. Nella letteratura. Nel calcio. Ecco sì, anche nel calcio. Ecco allora che, a ripensare a certi vecchi polveroni che si sono sollevati a Cesena sui ‘casi’ (tanto per fare due nomi) De Feudis e Marson, o a rileggere certi vecchi post regalati sui social da qualche parente/amico di qualche dirigente, mi scappa un sorriso amaro. E, dentro di me, aumenta terribilmente quella nostalgia canaglia cantata da Al Bano e Romina.

INCAZZATURE - Non so che cosa darei, oggi come oggi, per poter commentare quel nebbioso 1-1 di Piacenza figlio – ora lo possiamo dire – solo della nostra immaginazione. Non so che cosa pagherei, oggi come oggi, per poter ricamare nuovamente su quel robusto 1-4 di Imola che – ora lo possiamo dire – è stato celebrato con paroloni degni della miglior impresa di Champions League. Non so cosa darei, oggi come oggi, per poter recensire quel terribile 1-3 interno con il Vicenza che – ora lo possiamo dire – non era poi così terribile come l’avevamo voluto dipingere.

PURE I SELFIE - Che spettacolo quei dribbling non riusciti di Borello. Come stava bene il Dottor Capellini con quei capelli. Che belle le urla da vero macho del Conte. E le solite banalità incellofanate regalate nel post-partita dai giocatori? Oggi come oggi, in questa nuova era fatta (anche) di calciatori che prima si allenano in salotto con le arance o poi in bagno si fanno i selfie con la bocca a culo di gallina, varrebbero più di una poesia del Pascoli. O di una canzone di De Andrè. Insomma, aridatece la domenica del pallone cantata da Rita Pavone! La domenica senza mascherine, senza Amuchina, senza suocere. E, visto che ci siamo, aridatece anche Roberto Sabato che sgomita sull’out di sinistra.

LO TSUNAMI - Domanda finale: ma quando tornerà a giocare il Cesena? Risposta: non lo so. Nel frattempo, però, state (anzi, stiamo) vicini a questa Società. A questo gruppo di dirigenti-tifosi che dovrà fare (anzi, sta già facendo) i conti con un devastante tsunami economico-virale. Il peggio deve ancora arrivare. Purtroppo.